La nuova Costituzione di Internet è ora in vigore
23 Febbraio 2024 / Paulina Jeziorska / Articoli
Il 17 febbraio 2024 è una data importante sia dal punto di vista degli utenti di Internet che di molti imprenditori per i quali rappresenta il principale canale di fare business. È il giorno in cui le disposizioni del regolamento UE approvato il 19 ottobre 2022 – il Digital Services Act, chiamato la nuova Costituzione di Internet – iniziano ad applicarsi a tutte le entità che rientrano nelle sue disposizioni (prima, cioè entro il 25 agosto 2023 da i requisiti del DSA dovevano essere implementati nelle loro organizzazioni dalle piattaforme online e dai motori di ricerca molto grandi).
Perché è stata creata l’DSA?
Quando l’Unione Europea tentò per la prima volta di regolamentare Internet nel 2000, lo spazio digitale globale e polacco aveva un aspetto molto diverso da quello odierno. Il commercio elettronico era agli sgoccioli, i giorni del regno dei giganti dei social media come Facebook e Tik Tok dovevano ancora arrivare. A quel punto era difficile immaginare quali enormi opportunità di influenzare quasi ogni aspetto della vita quotidiana avrebbe portato lo sviluppo di Internet. In questa realtà, le normative introdotte dall’Unione Europea – in particolare la Direttiva sul commercio elettronico – avevano una portata limitata. Ciò è ben illustrato dal fatto che la direttiva contava poco più di 20 articoli. Le disposizioni della direttiva sono state introdotte nell’ordinamento giuridico polacco nel 2002 con la nota Legge sulla fornitura di servizi elettronici, familiare a tutti coloro che si occupano di commercio elettronico.
Dopo due decenni di intenso sviluppo e cambiamento, i responsabili politici dell’UE hanno riconosciuto che Internet ha un estremo bisogno di nuove norme che coprano in modo esaustivo questa importante area dello spazio digitale, come i servizi di intermediazione, assicurando da un lato che i diritti degli utenti siano protetti a un livello adeguato e dall’altro fornendo agli Stati membri gli strumenti per combattere minacce significative, come la disinformazione. Proprio la necessità di adattare le normative alla nuova – tanto entusiasmante quanto impegnativa – realtà digitale è stato uno degli obiettivi della promulgazione del 19 ottobre 2022. Digital Services Act, soprannominata la nuova Costituzione di Internet.
Tre obiettivi primari dell’DSA
L’analisi dei considerando del CU consente di distinguere tre obiettivi fondamentali che hanno guidato i redattori del regolamento:
D- PER L’AGGIORNAMENTO
S- PER L’UNIVERSITÀ
A- PER LA SICUREZZA INFORMATICA
L’aggiornamento riguarda le questioni descritte nell’introduzione, ovvero l’adattamento delle normative approvate più di 20 anni fa alle nuove tecnologie e ai nuovi modelli di business, ma anche le sfide e le minacce poste dall’importante ruolo di Internet e dal suo impatto sul mondo.
L’unificazione delle normative – il secondo obiettivo principale dell’AUC – mira a garantire che, attraverso una stretta armonizzazione (principalmente attraverso l’uso da parte dell’UE dello strumento di un regolamento direttamente applicabile, piuttosto che di una direttiva, negli Stati membri), vengano rimossi gli ostacoli agli imprenditori che finora sono stati il risultato di differenze nelle normative di ciascuno Stato membro.
Infine, la sicurezza informatica: l’obiettivo dell’UE è creare uno spazio digitale sicuro, prevedibile e trasparente, che da un lato protegga i diritti fondamentali sanciti dalla Carta dei diritti fondamentali e dall’altro sia libero da contenuti illegali e disinformazione.
🤔 Chi è interessato?
L’DSA definisce i doveri e le responsabilità dei fornitori di servizi intermedi, come le piattaforme online e i motori di ricerca. Potrebbe sembrare che questa legge sia rivolta a un pubblico piuttosto ristretto, ma in pratica, a causa, ad esempio, della definizione molto ampia di fornitore di web hosting, anche molti imprenditori che gestiscono un negozio online “tradizionale” possono essere obbligati a implementare soluzioni ai sensi dell’DSA.
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Non c’è dubbio che l’Unione Europea abbia intrapreso un compito ambizioso, attuando una rivoluzione che per i servizi indiretti sarà ciò che il RODO è stato per i dati personali. Allo stesso tempo, l’analisi dell’DSA porta a concludere che gli autori del regolamento hanno voluto evitare gli errori più significativi del RODO (tra cui si segnala l’imposizione nel RODO di obblighi sostanzialmente analoghi a tutte le imprese, indipendentemente dalle dimensioni e dall’ambito delle loro attività). Se questa missione avrà successo, lo scopriremo col tempo.
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